Le Fake News
della stampa italiana sulla Turchia.
Ma è vero
che in Turchia c’è la dittatura ed un sistema elettorale fondato sui brogli?
Secondo i
giornalisti italiani, legittimati dalla legge ad essere i soli a scrivere e ad
essere i soli ad essere letti, abilitati per concorso pubblico per raccontare
fatti secondo verità, continenza, e pertinenza, sì.
Il commento
del dr Antonio Giangrande. Scrittore, sociologo storico, giurista, blogger,
youtuber, presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie.
Premesso che
proprio gli italiani sui brogli elettorali meglio che tacciano, se già ci
furono dubbi sui risultati della consultazione elettorale con il referendum
istituzionale del 2-3 giugno 1946, che sancì la nascita della Repubblica
italiana.
Poi ci
aggiungiamo le accuse periodiche di brogli per ogni tornata elettorale
italiana, tralasciando quelle sulle primarie e sui tesseramenti della sinistra:
"Noi abbiamo una tradizione molto negativa nel nostro passato circa le
votazioni, in molte occasioni ci sono stati sottratti voti per la
professionalità nei brogli della sinistra". Lo dice Silvio Berlusconi al
Corriere Live spiegando che, senza un metodo tecnologicamente più avanzato, la
correttezza del voto non è assoluta: "Fino a quando noi non avremo un
voto diverso dalla matita i brogli sono possibili". Tuttavia, aggiunge il
leader di Fi, "ritengo che quando c'è un risultato elettorale, chi perde
non può non riconoscere la vittoria dell'altra parte. Poi si possono
eventualmente avanzare richieste di riconteggio dello schede, una volta
fatte delle verifiche". (02/12/2016 Adnkronos.com).
Broglio, da
Wikipedia. La moderna espressione italiana deriva da un analogo
termine veneziano. Nell'antica Serenissima era infatti
consuetudine per i membri della nobiltà impoverita riunirsi in uno
spazio antistante il Palazzo Ducale di Venezia per far
commercio dei propri voti in seno al Maggior Consiglio che reggeva la
città e nel quale sedevano per diritto ereditario. Tale spazio era allora noto
col nome di Brolio dal latino Brolus, cioè "orto",
retaggio del fatto che la terra su cui tuttora sorge piazza San Marco era
in antico proprietà agricola del vicino monastero di San Zaccaria.
L'accusa di
brogli elettorali in Italia è antica. Durante il Risorgimento,
le annessioni dei regni preunitari al Regno d'Italia, vennero sempre ratificate
mediante plebisciti. Tali consultazioni, a suffragio censitario, si
svolsero senza tutela della segretezza del voto e talvolta in un clima di
intimidazione. I "no" all'annessione furono in numero irrisorio e
statisticamente improbabile. Il procedimento dei plebisciti durante il Risorgimento
fu criticato da diverse personalità politiche ed il The
Times sostenne che fu «la più feroce beffa mai perpetrata ai danni del
suffragio popolare». Tale evento è stato anche trattato nel romanzo
"Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Alla nascita
della Repubblica Italiana, i monarchici attribuirono la loro
sconfitta a brogli elettorali. Nella puntata del 5 febbraio 1990 della
trasmissione Mixer, condotta da Giovanni Minoli, andò in onda un
falso scoop secondo il quale il re avrebbe fatto in modo che
il referendum proclamasse la Repubblica per evitare al
paese la guerra civile, ma si trattava soltanto di un abile montaggio per
esibire quanto la televisione potesse deformare la realtà dei fatti e
influenzare il pensiero dei cittadini, e scatenò un mare di polemiche.
Appena
conclusesi le consultazioni per il rinnovo
del parlamento italiano
del 2006 il premier Silvio Berlusconi, primo caso nella
cinquantennale storia della Repubblica di una tale grave
contestazione da parte di un esponente del governo uscente, ha
paventato l'ipotesi di brogli elettorali sebbene il presidente
Ciampi e il Ministro dell'interno Pisanu avessero espresso
il loro compiacimento per lo svolgimento regolare delle elezioni. Durante i
giorni dell'insediamento del Senato della Repubblica della XV
legislatura Roberto Calderoli ha continuato ad insistere sulle
ipotesi di brogli elettorali, confermando la sua convinzione secondo la quale
la Casa delle Libertà è risultata vittima di un complotto che l'ha
privata della vittoria elettorale. Piuttosto, forti sospetti ha destato
l'insolito comportamento di Pisanu. Mai infatti, nella storia dell'Italia
repubblicana, un ministro dell'interno aveva abbandonato il Viminale nel corso
delle operazioni di spoglio elettorale. Convocato da Berlusconi, il ministro ha
dovuto sostenere un faccia a faccia con quest'ultimo e, cosa ancora più strana,
nessuno è a conoscenza di quello che fu l'oggetto della loro discussione. Sulla
vicenda dei possibili brogli alle elezioni politiche italiane del 2006 sono
anche usciti un romanzo e un documentario: Il broglio di Aliberti
editore; Uccidete la democrazia!
Altra cosa è
l’accusa di tirannia turca.
Porca
miseria, mi spiegate quali poteri prende Erdogan? Si chiede Nicola Porro il 18
aprile 2017 sul suo canale youtube. «Tutti quanti i giornali oggi parlano di
Erdogan e la vittoria del referendum di misura del 51%. L’intervista del
Corriere della Sera sugli osservatori OCSE che avrebbero contestato e che
contestano le elezioni di Erdogan sono fatte da una vecchia conoscenza del
Parlamento Italiano: Tana de Zulueta. Ex corrispondente dell’Economist una vita
contro Silvio Berlusconi, una parentesi contro Erdogan. Vi leggete l’intervista
sul Corriere della Sera e capite che i brogli probabilmente ci sono stati, forse
sono stati significativi. Non lo so. Ricordiamo che anche la nostra Repubblica
è nata sui brogli. Lì è nata forse una dittatura, dicono gli osservatori più
attenti, ma l’intervista di Tana De Zulueta, tutto fa, come rappresentante
dell’OCSE, tranne rassicurarci sulla serietà, non solo di Erdogan, ma anche
dell’Ocse. Ma questo è un discorso a parte. La domanda, che io mi faccio e che
rivolgo a tutti quanti voi, è: quali sono questi poteri che Erdogan avrebbe
acquistato dopo i referendum?
Porca
miseria: A, B, C, secondo me, del giornalismo. Ma siete tutti quanti voi che
comprate i giornali, pochi per la verità, dei fenomeni, degli esperti di
geopolitica. E volete tutti vendere commenti, di leggervi Ferrari; di leggervi
Sergio Romano; leggervi, son so, Montale; leggervi Kissinger; leggervi Dante
Alighieri; o qualcuno di voi alza il dito: scusate, ma quali sono i poteri che
Erdogan prende con questo referendum?
Non c’è un
porca miseria di giornale che oggi, il giorno in cui passa il referendum, ci
scrive con semplicità, quali sono questi poteri dittatoriali che ha preso
Erdogan. Li avrà presi sicuramente, non lo metto in dubbio, ma almeno scrivete.
Io che sono banalmente uno che legge i giornali, oggi avrei voluto vedere sui
giornali che cosa succedeva alla Turchia da domani. Mentre non riesco a capirci
nulla. Lego l’intervista al presidente del Parlamento Europeo, e non solo lui,
Tajani, che dice “forse farà un referendum per chiedere la pena di morte.
Quindi in futuro farà un referendum a cui faranno giudicare i turchi sulla pena
di morte. Se dovesse fare, accettare, vincere quel referendum non potrebbe più
partecipare alla discussione sull’Europa. Ma oggi, con questo referendum che
poteri ha avuto Erdogan? Un solo dettaglio lo leggo.
Erdogan
potrà, da presidente della Repubblica turca, potrà anche tornare a diventare
segretario della AKP, che è il partito confessionale che lo ha visto leader.
Quindi una delle riforme, è che lui potrà fare: Presidente della Repubblica e
Segretario del partito. Mi chiedo: ma questa cosa in Italia, per esempio, che
non è una dittatura, vi suona familiare? I presidenti del Consiglio che sono
anche segretari di partito, non l’avete mai sentita? Lo chiedo. Perché se
questa è la riforma che rende dittatura la Turchia, anche noi siamo una
dittatura».
PROPOSTA DI
RIFORMA COSTITUZIONALE. Da Wikipedia. Descrizione analitica delle modifiche.
1. Articolo
9. La magistratura è tenuta ad agire in condizioni di imparzialità.
2. Articolo
75. Il numero di seggi nel parlamento aumenta da 550 a 600.
3. Articolo
76. L'età minima per candidarsi ad un elezione scende da 25 anni a 18 anni. È
abolito l'obbligo di aver completato il servizio
militare obbligatorio per i candidati. Gli individui con rapporti militari
sono ineleggibili e non possono partecipare alle elezioni.
4. Articolo
78. La legislatura parlamentare è estesa da 4 a 5 anni. Le elezioni
parlamentari e presidenziali si tengono nello stesso giorno ogni 5 anni. Per le
presidenziali è previsto un ballottaggio se nessun candidato ha
ottenuto la maggioranza assoluta al primo turno.
5. Articolo
79. Vengono istituite le regole per i cd. «parlamentari di riserva», che vanno
a sostituire i posti dei deputati rimasti vacanti.
6. Articolo
87. Le funzioni del Parlamento sono: a) approvare, cambiare e abrogare le
leggi; b) ratificare le convenzioni internazionali; c) discutere,
approvare o respingere il bilancio dello Stato; d) nominare 7 membri
del Supremo Consiglio dei Giudici e dei Pubblici Ministeri; e) usare tutti
gli altri poteri previsti dalla Costituzione.
7. Articolo
98. Il parlamento monitora il governo e il vicepresidente con
ricerche parlamentari, indagini parlamentari, discussioni generali e domande
scritte. L'istituto dell'interpellanza è abolito e sostituita con le indagini
parlamentari. Il vicepresidente deve rispondere alle domande scritte entro 15
giorni.
8. Articolo
101. Per candidarsi alla presidenza, un individuo deve ottenere l'approvazione
di uno o più soggetti che hanno ottenuto il 5% o più nelle elezioni
parlamentari precedenti e di 100.000 elettori. Il presidente eletto non è
obbligato a interrompere la sua appartenenza a un partito politico.
9. Articolo
104. Il presidente diventa sia il capo dello Stato che capo del
governo, con il potere di nominare e rimuovere dall'incarico i ministri e
il vicepresidente. Il presidente può emettere «decreti esecutivi». Se l'organo
legislativo fa una legge sullo stesso argomento di un decreto esecutivo,
quest'ultimo diventerà invalido, mentre la legge parlamentare entrerà in
vigore.
10. Articolo
105. Il Parlamento può proporre un'indagine parlamentare nei confronti del
Presidente con la maggioranza assoluta (301). La proposta va discussa per 1
mese, per poi essere aperta con l'approvazione di 3/5 (360) dei deputati
(votazione segreta). Concluse le indagini, il parlamento può mettere in stato
di accusa il presidente con l'approvazione dei 2/3 (400) dei parlamentari
(votazione segreta).
11. Articolo
106. Il Presidente può nominare uno o più Vicepresidenti. Se la Presidenza si
rende vacante, le elezioni presidenziali devono svolgersi entro 45 giorni. Se
le future elezioni parlamentari si dovessero svolgere entro un anno, anch’esse
si svolgono lo stesso giorno delle elezioni presidenziali anticipate. Se la
legislatura parlamentare termina dopo più di un anno, allora il neo-eletto
presidente serve fino alla fine della legislatura, al termine della quale si
svolgono sia le elezioni presidenziali che parlamentari. Questo mandato non
deve essere contato per il limite massimo di due mandati del presidente. Le
indagini parlamentari su possibili crimini commessi dai Vice Presidenti e
ministri possono iniziare in Parlamento con il voto a favore di 3/5 deputati. A
seguito del completamento delle indagini, il Parlamento può votare per
incriminare il Vice Presidente o i ministri, con il voto a favore di 2/3 a
favore. Se riconosciuto colpevole, il Vice Presidente o un ministro in
questione viene rimosso dall'incarico solo qualora il suo crimine è uno che li
escluderebbe dalla corsa per l'elezione. Se un deputato viene nominato un
ministro o vice presidente, il suo mandato parlamentare termina immediatamente.
12. Articolo
116. Il Presidente o 3/5 del Parlamento possono decidere di rinnovare le
elezioni politiche. In tal caso, il Presidente decade dalla carica e può essere
nuovamente candidato. Le nuove elezioni saranno sia presidenziali che
parlamentari.
13. Articolo
119. La possibilità del presidente di dichiarare lo stato di
emergenza è ora oggetto di approvazione parlamentare per avere effetto. Il
Parlamento può estendere la durata, accorciarla o rimuoverla. Gli stati di
emergenza possono essere estesi fino a quattro mesi tranne che durante
la guerra, dove non ci saranno limitazioni di prolungamento. Ogni decreto
presidenziale emesso durante uno stato di emergenza necessita dell'approvazione
del Parlamento.
14. Articolo
123. Il presidente ha il diritto di stabilire le regole e le procedure in
materia di nomina dei funzionari dipendenti pubblici.
15. Articolo
126. Il Presidente ha il diritto di nominare alcuni alti funzionari
amministrativi.
16. Articolo
142. Il numero dei giudici nella Corte costituzionale scende da 17 a
15. Quelli nominati dal presidente scendono da 14 a 12, mentre il Parlamento
continua a nominarne 3. I tribunali militari sono aboliti a meno che
non vengono istituiti per indagare sulle azioni dei soldati compiute in guerra.
17. Articolo
159. Il Supremo Consiglio dei Giudici e dei Pubblici Ministeri viene
rinominato in "Consiglio dei Giudici e dei Pubblici Ministeri". I
membri sono ridotti da 22 a 13, e i dipartimenti giudiziari scendono da 3 a 2:
quattro membri sono nominati dal Presidente, sette dal parlamento, gli altri 2
membri sono il ministro della giustizia e il sottosegretario del Ministero
della giustizia. Ogni membro nominato dal parlamento viene eletto in due turni:
nel primo necessita dell'approvazione dei 2/3 dei parlamentari, al secondo dei
3/5.
18. Articolo
161. ll presidente propone il bilancio dello Stato al Grande
Assemblea 75 giorni prima di ogni nuova sessione annuale di bilancio. I membri
della Commissione parlamentare del Bilancio possono apportare modifiche al
bilancio, ma i parlamentari non possono fare proposte per cambiare la spesa
pubblica. Se il bilancio non viene approvato, verrà proposto un bilancio
provvisorio. Se nemmeno il bilancio provvisorio non approvato, il bilancio
dell'anno precedente sarà stato utilizzato con il rapporto incrementale
dell'anno precedente.
19. Diversi
articoli. Adattamento di diversi articoli per il passaggio dei poteri esecutivi
dal governo al presidente.
20.
Temporaneo articolo 21. Le prossime elezioni presidenziali e parlamentari si
terranno il 3 novembre 2019. L'elezione del Supremo Consiglio dei Giudici
e dei Pubblici Ministeri avverrà entro 30 giorni dall'approvazione della
presente legge. I tribunali militari sono aboliti con l'entrata in vigore della
legge.
21. Diversi
articoli. Gli emendamenti 2, 4 e 7 entreranno in vigore dopo nuove elezioni,
gli altri emendamenti (tranne quelli temporanei) entreranno in vigore con il
giuramento del nuovo presidente.
Se la
Turchia è una dittatura, cosa dire di quella tanto decantata democrazia
invidiata da tutti?
Potere
esecutivo USA, da Wikipedia.
Il potere
esecutivo è tenuto dal Governo federale, composto dal Presidente
degli Stati Uniti (President of the United States of America),
dal Vicepresidente (Vice President of the United States of America) e
dal Gabinetto (Cabinet of the United States), cioè il gruppo di
"ministri" (tecnicamente chiamati "Segretari", tranne colui
a capo dell'amministrazione della giustizia, nominato "Procuratore
generale") a capo di ogni settore della pubblica amministrazione,
i Dipartimenti. Se, come è ovvio, i Segretari sono di nomina
presidenziale, il Presidente e il Vicepresidente vengono eletti in occasione di
elezioni presidenziali separate dalle elezioni per il rinnovo del Congresso e
che si svolgono ogni quattro anni (con il limite massimo di due mandati).
I poteri del
Presidente sono molto forti. Oltre ad essere a capo del governo federale ed
essere sia il comandante supremo delle forze armate e capo della diplomazia, il
Presidente possiede anche un forte potere di veto per bloccare la promulgazione
delle leggi federali emanate dal Congresso (potere superabile soltanto quando
la legge viene approvata a larga maggioranza).
Paesi
democratici e non tirannici sono naturalmente anche quei paesi, come l’Olanda e
la Germania, che hanno impedito i comizi di esponenti turchi presso le loro
comunità, ma non hanno potuto impedire a questi (senza brogli) di esprimere un
voto maggioritario di gradimento alla riforma del loro paese.
Nota stampa del dr Antonio Giangrande. Scrittore,
sociologo storico, giurista, blogger, youtuber, presidente dell’Associazione
Contro Tutte le Mafie. 099.9708396 – 328.9163996
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